La nutrizione olistica: un approccio integrato al benessere

La nutrizione olistica: un approccio integrato al benessere

La nutrizione olistica rappresenta la “nuova frontiera” dell’alimentazione. Il concetto su cui si basa è che ciascuno di noi è molto più di una macchina che consuma un tot di benzina (cibo) e ha quindi bisogno di tot calorie per performare al meglio. Il termine “olistico”, che deriva dal greco e significa “insieme”, ci fa comprendere che ogni individuo non è fatto di parti disconnesse ma che c’è una forte sinergia tra ogni parte del nostro corpo, della nostra mente e della nostra anima: siamo infatti un “unicum”.
Questo significa che ognuno di noi è diverso dall’altro, sia per il suo patrimonio genetico, sia per le emozioni, i traumi e la “storia medica” e per questo motivo non esiste conteggio di calorie che possa tener conto di tutte queste variabili.
La nutrizione olistica non esamina solo un “impersonale” fabbisogno calorico, ma si spinge molto oltre, andando alla radice del problema, del disequilibrio del corpo e cercando di eradicarlo lavorando sulla causa, sia essa il disequilibrio di un organo o un’emozione che non si è lasciata andare. Questo approccio ha senso perché la nutrizione olistica considera ciascuna persona come l’unione di corpo, mente e spirito. In parole più semplici, potremmo dire che ogni persona è ciò che mangia, ma anche ciò che pensa e ciò che sente a livello emotivo.
Se con un approccio classico si crea un deficit calorico calcolato sulla base di parametri matematici, che comporta il dover meticolosamente pesare ogni singolo alimento (attività a lungo difficilmente sostenibile), l’approccio olistico va molto oltre e cerca di capire la causa per eradicare il problema alla radice.
Le cause possono essere molteplici:
un intestino che non funziona causa stitichezza e affatica il fegato, uno degli organi preposti a regolare il metabolismo
l’eccessivo stress affatica i surreni (le ghiandole preposte a gestire lo stress), rallentando di conseguenza la funzionalità tiroidea che regola il metabolismo
l’eccessivo stress che stimola una sovra-produzione di cortisolo, un ormone che fa sì che circoli sempre molto zucchero nel corpo: lo zucchero se non viene utilizzato viene immagazzinato sotto forma di grasso, soprattutto nella zona addominale
l’eccessiva acidità del corpo, causata da un’alimentazione ricca di prodotti raffinati come biscotti, crackers, cereali da colazione, merendine, pane (contenenti zucchero, farina e oli vegetali), latticini (soprattutto il latte), insaccati e proteine di origine animale di scarsa qualità
un’emozione pesante, che non è stata lasciata andare, può causare serie difficoltà nella perdita di peso: infatti, il grasso è una protezione, una corazza che ci protegge da un dolore forte, un trauma vissuto
Una volta che è stata compresa la causa, si può creare una nuova abitudine alimentare funzionale alla risoluzione del problema alla radice, senza doversi preoccupare di contare calorie, grammi o macronutrienti.
Secondo l’approccio tradizionale, ogni alimento è un insieme di macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) con un quantitativo preciso di calorie. Secondo l’approccio olistico, invece, un alimento diventa molto di più, venendo considerato il modo in cui esso interagisce con le nostre cellule e il nostro DNA e, quindi, la modalità in cui l’alimento nutre o danneggia il nostro corpo.
Esempi pratici: yogurt greco e colazione
Per fare un esempio pratico dei due approcci, possiamo analizzare lo yogurt greco. Secondo l’approccio tradizionale è un ottimo alimento ricco di proteine, povero di zuccheri, spesso addirittura con zero grassi e, quindi, con poche calorie. Secondo l’approccio olistico, lo yogurt erroneamente consigliato anche per regolarizzare l’intestino, è un latticino e come tale, molto spesso è una delle cause della stitichezza, essendo davvero poche le persone che tollerano bene i latticini: basta infatti eliminarli per un mese e poi reinserirli per capire se siano davvero un alimento che ci fa star bene.
Inoltre, se è latte di mucche allevate al pascolo che mangiano erba o fieno e alle quali non vengono somministrati ormoni, né antibiotici, può ancora andar bene. Molto spesso le mucche sono allevate in maniera intensiva e il latte che producono è pieno di ormoni – in primis estrogeni (che possono interferire con il nostro sistema endocrino e riproduttivo), antibiotici e pesticidi, tutte tossine che il nostro organismo, a lungo andare, fa fatica, ad espellere.
Con questo, non si vuole demonizzare lo yogurt, ma non sarebbe da consigliare quotidianamente nella alimentazione.
Un altro esempio pratico, per comprendere la unicità di ogni individuo in termini di vissuto ed emozioni è la colazione che secondo l’approccio tradizionale è il pasto più importante della giornata e che va consumato anche se non si ha fame.
Secondo l’approccio olistico, invece, se non si ha fame, non è obbligatorio consumare il pasto della colazione: peraltro, secondo l’Ayurveda non c’è nulla di peggio che mangiare quando non si ha fame, perché lo stomaco non è pronto a ricevere il cibo e questa situazione innesca problemi digestivi e di fermentazione intestinale.
Si potrebbe invece ritenere corretta la tesi del digiuno intermittente che sostiene che la mattina sia fatta per proseguire i processi di detossificazione innescati nel corpo durante il sonno, beneficiando di una fase più lunga e completa di depurazione giornaliera dell’organismo.
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